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Ormai da tempo la ricerca medica è concorde sul fatto che inserire il paziente in un ambiente che si può definire bello aiuta il processo di guarigione.
Per bellezza in riferimento alla cura si intende lo stabilire un connessione tra la persona, il paziente, ed il mondo che lo circonda in un modo che risulti armonico e piacevole per il paziente stesso. Questo significa che se un ospedale oltre che essere prima di tutto efficente è anche bello, se crea cioè un contesto in cui la persona si sente a proprio agio perché circondato da ambienti nei quali può godere di uno spazio confortevole e piacevole, allora fornisce un tipo di cura che probabilmente non si riesce a misurare con nessun tipo di analisi di laboratorio, ma che risulta essere estremamente efficace.

Per questo gli ospedali di Emergency curano il loro aspetto esteriore alla pari con l’efficenza medica; perchè riuscire a mettere insieme aspetti come l’amore per le persone e l’accoglienza per chi è sfregiato dalla guerra e povero in quella parte di mondo più povera ed ignorata permette di accogliere (nel senso di ricevere qualcuno presso di sè con affetto) e favorire anche la sua guarigione emotiva, la quale è importante tanto quanto quella fisica.

Queste sono le parole di Massimo, un volontario di Emergency, che descrivono benissimo il come ed il perchè muovono coloro che credono che la felicità condivisa sia in realtà un sentimento moltiplicato, una condizione di benessere che aumenta tanto quanto più sono le persone che riescono a raggiungerla, o ad ottenerla per la prima volta nella loro vita.

Come delle note sul pentagramma, tutte diverse, ma tutte unite da un unico accordo che le trasforma in un perfetta armonia, questo sono i nostri ospedali, i nostri progetti.
Che sia pioggia o sole, che sia un campo profughi sperduto là dove finisce il mondo dei giusti e dove guerre e povertà diventano una cosa sola, che sia un ambulatorio mobile in Italia dove la raccolta nei campi infuocati dal sole rende schiavi, noi ci siamo.
Per un mondo di pace e di diritti, di luoghi dove curare non solo il corpo ma dove ci si può sentire a casa. Per tutti, gratuitamente.

Per noi una Rosa non è solo un fiore, per noi un ospedale è qualcosa di più.
È un luogo dove convivono cure sapienti e gratuite di alto livello, rispetto, accoglienza e amore.

Dove il dolore degli altri e’ anche il nostro, dove il bello cura il corpo e l’anima.

Questo si chiama il Bello che cura, queste immagini lo raccontano ed attraverso loro vogliamo portarvi con noi.
Questi sono i nostri interventi da volontari, i nostri ospedali.

Questo è il nostro NO ALLA GUERRA.”

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